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Film, visioni e appunti di cinema


BABYLON SISTERS: recensione e intervista al regista Roccati

Pubblicato da vittorio.zenardi su 18 Settembre 2017, 21:38pm

Tags: #BABYLON SISTERS, #CINEMA, #Gigi Roccati, #intervista

Si e tenuta presso il cinema Farnese di Roma l'anteprima stampa del film BABYLON SISTERS diretto da Gigi Roccati, che era presente in sala con parte del cast: Amber Dutta, Nav Ghotra, Rahul Dutta, Peppe Voltarelli.

Si e tenuta presso il cinema Farnese di Roma l'anteprima stampa del film BABYLON SISTERS diretto da Gigi Roccati, che era presente in sala con parte del cast: Amber Dutta, Nav Ghotra, Rahul Dutta, Peppe Voltarelli.

Si e tenuta oggi 14 Settembre 2017 presso il cinema Farnese di Roma l'anteprima stampa del film BABYLON SISTERS diretto da Gigi Roccati, che era presente in sala con parte del cast: Amber Dutta, Nav Ghotra, Rahul Dutta, Peppe Voltarelli.
Sinossi

Kamla (Amber Dutta) si è da poco trasferita con i genitori in un palazzo degradato alla periferia di Trieste abitato da altre famiglie di immigrati e dall'anziano Professor Leone (Renato Carpentieri) che odia tutti. Quando arriva la lettera di sfratto, determinati a non lasciare le proprie case, gli uomini reagiscono con rabbia alle minacce del padrone fuorilegge, mentre le donne si uniscono per salvare il destino delle proprie famiglie, tra risate, pianti e incomprensioni. Intanto la piccola Kamla e il professor Leone (Renato Carpentieri) diventano amici contro la volontà del padre, mentre la madre Shanti (Nav Ghotra) presto rivela il dono di saper ballare come una star di Bollywood. Con l'aiuto di Laura ( Lucia Mascino), operatrice della vicina “Casa delle culture”, nasce il progetto di una scuola di danza e nel quartiere già si parla delle Babylon Sisters.

Recensione

Babylon Sisters, girato a Trieste nel rione di Ponziana, è una storia narrata attraverso gli occhi della piccola Kamla, la simpaticissima Amber Dutta concorrente di Italia's Got Talent 2015, lo show televisivo in onda su TV8. Liberamente ispirato al libro "Amiche per la Pelle" di Laila Waida racconta, in una sorta di melting pot di generi e culture, i drammi e le gioie di un microcosmo colorato che vive in un'armonia precaria. 
Roccati, talentuoso documentarista (suo La strada per Kabul), già da questa opera prima riesce ad imprimere la sua particolare visione del mondo e della settima arte, realizzando in una forma ibrida che mixa sapientemente realtà e finzione un film dove la forma é completamente speculare al contenuto.
La cura con cui viene tratteggiato il personaggio del professore Leone, interpretato da un sempre eccellente Renato Carpentieri, denota pregevoli doti di scrittura. Il regista riesce sempre a filmarlo senza  sconfinare nel campo del Teatro, niente affatto semplice quando Leone declama dei versi e cala una certa solennità. L'espediente per rimanere nel filmico è quello d'inquadrarlo di spalle, con la macchina da presa ad una certa distanza.
Da segnalare la magnifica colonna sonora vera e propria protagonista del film, realizzata da Peppe Voltarelli, qui nella duplice veste di attore e musicista.
Dopo la proiezione ho incontrato il regista per l'intervista che potete leggere di seguito:

Come nasce BABYLON SISTERS?
Volevo fare un film dove si potesse ridere e commuoversi, con un'anima musicale, e qui è entrato in gioco Peppe Voltarelli che ha curato tutta la colonna sonora con delle collaborazioni meticce.
Il film è una commistione di generi, forse anche di linguaggi, c'è una camera a spalla in alcune delle scene, in altre ci sono dei carrelli. Nella costruzione del film ho cercato di mettere questi due linguaggi: un cinema del reale e un cinema Pop, nel senso di popolare, che incontra il pubblico, perché è una storia che parla di persone.

Il palazzo sembra come uno dei  protagonista della storia, perché questa scelta?
Il palazzo è diventato protagonista perché era già un contenitore di storie, la casa era abbandonata, abitata da immigrati clandestini che noi abbiamo aiutato in qualche modo a ricollocarsi. Quel set è diventato fonte di ispirazione, ad un certo punto lo abbiamo proprio abitato, ci abbiamo vissuto per il mese di riprese.

Come è stato coinvolto Carpentieri e quale è stato il suo valore aggiunto?
Non è facile trovare un'attore di 74 anni che abbia voglia di mettersi in gioco, per me è stato un maestro, con lui abbiamo adattato i dialoghi, portare la Poesia in scena era infatti un po' una pazzia perché sembra di fare Teatro, ma lui ha portato la sua grande esperienza. 
Volevo che il suo personaggio fosse come un punto di vista, perché per affrontare il presente noi abbiamo bisogno di vedere la nostra storia, di usare la lente del nostro vissuto per guardare al futuro e questo è un po' il personaggio di Renato che è isolato,
vede il mondo cambiato e la decadenza di una realtà che conosceva e aveva amato lo fa soffrire. Lui porta anche un mondo culturale che lo mette in rapporto con la bambina e gli farà sciogliere il cuore rimettendolo in gioco. Il pensiero del film è che tutti i personaggi cambino all'interno di questa storia 
Una storia di nuove cittadinanze, di chi è già qui, di chi condivide la sorte insieme a chi in Italia c'è nato, anche per questo ci siamo potuti permettere di raccontare una storia che avesse una tensione positiva, che guarda all'integrazione come ad un'interazione tra le culture. A me è capitato spesso di essere lo straniero, di aver trovato l'ospitalità e l'accoglienza o a volte di essermi sentito fuori posto,  sfidato da quello che mi trovavo davanti e a cui non appartenevo, eppure credo che il contatto sia fondamentale.

Come vedi la situazione Italiana?
Noi siamo al centro del Mediterraneo ed abbiamo un ruolo difficile ma straordinario, che è quello di ritornare ad essere protagonisti di un'Europa in difficoltà. Le nostre periferie  sono già per quanto nella difficoltà, un luogo di condivisione di destini, cosa che in altri luoghi magari non accade per la ghettizzazione. 

Progetti per il futuro?
Il 29 settembre comincerò a girare la mia opera seconda, si chiamerà Lucania e sarà ambientata nelle le montagne del Pollino, tra le alture del Vulture e i Calanchi di Aliano. E' la storia di un contadino che ammazza chi gli inquina la terra, e colpevole si trova costretto a scappare con una figlia muta che in questo viaggio ritroverà la voce. 
La ragazza assisterà allo scontro fatale tra suo padre contadino, e l'uomo che gli inquinava la terra, una storia con un taglio drammatico che però avrà un aspetto di realismo magico, racconterà di una terra, della sua gente, e di un mondo contadino che così come l'abbiamo conosciuto sta morendo, ma dove sopravvive un senso magico. Il cinema può portarci in luoghi dove non siamo mai stati, darci una speranza,  anche in questa epoca così frammentata ha la possibilità di aiutare  le persone a parlarsi per aprire un dialogo anche su temi complessi.
Nelle sale italiane dal 28 Settembre 2017 distribuito da Lo Scrittoio.

Vittorio Zenardi

https://www.lospecialegiornale.it/babylon-sisters-recensione-e-intervista-al-regista-roccati/

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